Usando il principio della camera obscura, il francese Joseph Nicephore Niepce fu il
primo che riuscì a ottenere una vera immagine fotografica.
Niepce nacque nel 1765 a Chalon-sur-Saône da una famiglia agiata. Si avviò ad una brillante carriera di inventore in collaborazione con il fratello Claude. Nel 1816 iniziò a interessarsi ai fenomeni della luce e della camera oscura, conducendo le prime sperimentazioni in Sardegna, durante un soggiorno in Italia.
Niepce nacque nel 1765 a Chalon-sur-Saône da una famiglia agiata. Si avviò ad una brillante carriera di inventore in collaborazione con il fratello Claude. Nel 1816 iniziò a interessarsi ai fenomeni della luce e della camera oscura, conducendo le prime sperimentazioni in Sardegna, durante un soggiorno in Italia.
Niepce si occupava però, principalmente, di litografia, con l'aiuto del
figlio che realizzava immagini per lui. Ma il figlio presto fu chiamato alle
armi e l'incapacità di Niepce di riprodurre quei disegni fu un vero problema: occorreva risolverlo e questo avvenne quando Niepce riuscì a ottenere
immagini realizzate con l'azione diretta del sole: erano le prime fotografie.
Queste prime immagini si chiamavano Eliografie (“disegnato con il sole”).
Venivano realizzate stendendo uno strato di una particolare sostanza fotosensibile (bitume di giudea) su una lastra di peltro che andava poi posizionata dentro la camera obscura ed esposta alla luce del sole per otto ore. La lastra andava poi tolta e immersa in un bagno di lavanda per rimuovere i frammenti che non erano stati colpiti dalla luce.
La foto più antica arrivata fino a noi (1826) rappresenta la veduta dalla finestra della casa di Grasse di Niepce.
La seconda fotografia più antica giunta fino a noi realizzata da Niepce, rappresenta un tavolo con un frugale pasto.
Queste prime immagini si chiamavano Eliografie (“disegnato con il sole”).
Venivano realizzate stendendo uno strato di una particolare sostanza fotosensibile (bitume di giudea) su una lastra di peltro che andava poi posizionata dentro la camera obscura ed esposta alla luce del sole per otto ore. La lastra andava poi tolta e immersa in un bagno di lavanda per rimuovere i frammenti che non erano stati colpiti dalla luce.
La foto più antica arrivata fino a noi (1826) rappresenta la veduta dalla finestra della casa di Grasse di Niepce.
La seconda fotografia più antica giunta fino a noi realizzata da Niepce, rappresenta un tavolo con un frugale pasto.
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