lunedì 17 dicembre 2012

La camera obscura

La camera obscura (da non confondere con la camera oscura usata come laboratorio di sviluppo fotografico) è un dispositivo ottico la cui invenzione è alla base di tutta la fotografia.


Una camera obscura è una stanza o una scatola, completamente oscurata e resa ermetica alla luce, su cui viene praticato un foro, chiamato foro stenopeico. Attraverso questo foro passano fasci di luce che, per una legge ottica, convergono sulla parete opposta in modo tale da mostrare l'immagine speculare di ciò che sta fuori. L'immagine appare rovesciata sia in senso orizzontale che in quello verticale.





Le origini della camera obscura sono antichissime; già nel XI secolo veniva utilizzata per osservare le eclissi solari.  Il suo utilizzo si diffuse specialmente tra i pittori vedutisti nel Seicento per riprodurre con la massima precisione i dettagli di una scena. 
 Leonardo da Vinci descrisse nel 1515, nel Codice Atlantico, un procedimento per disegnare edifici e paesaggi, che consisteva nel creare una camera obscura nella quale veniva praticato un foro su una parete, sul quale veniva posta una lente regolabile. Sulla parete opposta veniva così a proiettarsi un'immagine fedele e capovolta del paesaggio esterno, che poteva essere copiata su un foglio di carta ("velo") appositamente appeso, ottenendo un risultato di estrema precisione.

Al giorno d'oggi, le moderne macchine fotografiche non sono altro che camere obscure più complete, con un obiettivo al posto del foro stenopeico e un supporto fotosensibile (la pellicola) sul lato della parete in cui viene proiettata l'immagine.

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